mercoledì 25 gennaio 2012

L'INVENZIONE DELLA MACCHINA


Ogni mattina esco di casa verso le 7.00 per andare a portare i cani.

Come sempre descrivo.

Di tre cose ormai sono certo: il sole, la morte e il traffico.

Solo che il sole a volte non c'è, la morte ci puoi non pensare, mentre il traffico c'è sempre!

Così si dice:

"Mi ha quasi investito una macchina!"

"Si sono scontrati una macchina e un motorino"

"Dio quante macchine!"

"Odio le macchine"

Le invenzioni degli ultimi 50 anni finiscono per entrare nel linguaggio e quindi ci si scorda che in realtà non-ti-ha-investito-una-macchina BENSI' un cretino che guidava l'invenzione della macchina, o anche una persona intelligente e magari distratta.

Ci si scorda quindi che dietro a quei vetri scuri ci stanno delle persone, che sono tali quali, se non altro per posizione eretta e dire cazzate (le due cose che ci distinguono dalla scimmia), alle persone che camminano a bordo della strada.

Tutti odiano la macchina quando non la guidano: i marciapiedi sono stretti, attraversare mette l'ansia, i rumori e gli odori della città sono insopportabili. Quando non guidano quindi tutti i pedoni odiano le macchine!!!

Ma quando il pedone entra in macchina e guida allora cambia tutto e che cosa succede??? Tutte le macchine odiano i pedoni. Già, perché in macchina si diventa macchine e si odia il se stesso di cinque minuti prima che magari attraversava.

"Finirà che un giorno investirai te stesso" così avverte il saggio.

E' così: avviene una trasformazione. Ed è la stessa delle pubblicità. Oggettivamente l'automobilista crede davvero che dentro la macchina lui può essere libero, bello, affascinante, cool, alla moda, trasgressivo, originale come dicono le pubblicità delle varie volsvagen, giulietta e cazzi vari.

Ma dico??? ci siamo RINCOGLIONITI ?

La dialettica di quelle pubblicità è stata scritta da persone che meriterebbero di essere messe in una di quelle case di cura dai nomi allegri tipo: la casa del sorriso, villa gioia, villa allegra. E noi dovremmo andarli a trovare questi pazzi e una volta morti dovremmo dire con tranquilla coscienza: "è meglio così d'altronde erano già dieci, vent'anni che straparlava".

Quindi faccio un giuramento davanti a voi amici: auguro a tutti i geni del marketing automobilistico una sana degenza a Villa Arzilla e prometto che li andrò a trovare e che non li deriderò, ma sarò paziente come con gli anziani che ricordano la guerra.

BASTA, BASTA, BASTA!!!!!

Nelle macchine ci sono le persone, le stesse persone che sono a piedi.

Un uomo in macchina non si trasforma: "stronzo a piedi, stronzo in macchina" questo recita il saggio.

Ma c'è dell'altro. La macchina rovina l'invenzione della radio. La macchina senza la radio è una cozza (senza offese per il frutto di mare), ma si fa bella con la radio e col riscaldamento. Non si rende conto che resta rumorosa e insopportabile ogni volta che apre bocca con i clacson o che romba col motore. Può andare anche dal genio del make-up, mettere una super radio all'interno, un buon riscaldamento e tutti gli accessori, può anche avere le emissioni di Co2 ridotte al minimo, ma come recita il saggio:

"La macchina resta sempre una brutta persona".

Mi chiedo: quando inventeranno i clacson con i suoni della fattoria??? Le pecore dovrebbero mettere, il suono delle pecore: "Beee, Beee, Beee" si dovrebbe sentire ad ogni ingorgo: "Beeeee".
Questo dovrebbe essere, nonostante come dice sempre il saggio:

"Io amo la pecora e i suoi diminutivi".

Ora voglio chiudere con una riflessione.

Non ti ha investito una macchina, ma un uomo sull'invenzione della macchina.

E anche quando vedi tutte quelle file di macchine: le file sono di uomini in macchina, stiamo in fila come alle poste tali quali, solo seduti, sull'invenzione della macchina. E anche nella foto che ho messo, dentro ogni macchina ci sono delle persone. E' per questo che mi unisco alla voce del saggio che chiude così:

"L'uomo è più evoluto dell'automobilista".

Leggi anche: http://www.storiediunprecario.it/2015/02/giovinco-toronto.html







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