venerdì 7 ottobre 2011

LA STORIA DI A.


... Buongiorno a tutti e benvenuti a Boccea, li dove il mondo incontra Via Torrevecchia, ma i due non si riconoscono; Boccea è a tutti gli effetti un luogo amèno nel senso che se ne potrebbe fare tranquillamente a meno.

Bene! qui è sempre Socrate che vi parla dalla sua caverna.

Ieri pomeriggio, camminavo nel parco col mio scordinatissimo cane, quando il quadrupede attratto da una cagnetta in calore mi scappa via correndo. Sono costretto quindi a riprenderlo, a sgridarlo e a mettergli il guinzaglio; così tirandogli la testa come a un mulo ostinato lo porto dall'altro capo del parco. Li lo slego e indovinate un pò?... lui parte a razzo e si fa tutto il parco solo per tornare dalla stessa cagnetta!!! Pensare che fino a quel momento era stato un "genio", pisciando appena fuori casa sul cartellone esterno dell'edicola che pubblicizzava l'uscita del nuovo album di Mengoni.

Così lo inseguo e penso: "se Spitz è così attratto dalla cagnetta da non potersene staccare allora vuol dire che io conoscerò il padrone".

A. è un signore sulla sessantina con gli occhi scuri, intensi, compassionevoli. E' imbarazzatissimo di avere questa cagnetta "che tutti si voglion trombar" ed è la prima volta che la porta al parco. La cagnetta è di una nipote di cui sembra essere molto fiero, che a quanto pare ha vinto il concorso per diventare qualcosa-che-non-mi-ricordo nel settore delle compagnie aeree. Ha una storia un pò triste: un amore lasciato andare in Norvegia (a quanto pare una figa stellare), un passato di carabiniere a cavallo, un presente in banca e una moglie scomparsa da poco. La sua storia è simile a tante storie, ma lui mi sta simpatico, mi ricorda mio nonno, ma non glielo dico per non offenderlo con l'età. Parliamo e parliamo, mentre Spitz (il mio scordinatissimo cane) sembra Rocco Siffredi in una delle sue migliori apparizioni. A. si definisce "troppo buono", ha l'accento veneto anche se è a Roma da tanti anni ed è venuto qui per sposarsi con sua moglie. Non gli chiedo se ha figli, ma parliamo ancora un pò finché la cagnetta esausta e felice non caccia Spitz probabilmente per fumarsi una sigaretta. Così separati dai cani me ne torno indietro.

Le nuvole sembrano cavalloni bianchi in cielo e le rondini volano basse; dagli appennini sta arrivando una perturbazione su Roma che porterà pioggia. Questo mi rende allegro ed è bello notarlo senza dover leggere il giornale o guardare il meteo.

Siamo quasi a casa. Suggerisco a Spitz di cagare sul cartellone di Mengoni, ma lui non mi da retta. Così salgo le scale, apro la porta e libero il cane, che senza nemmeno degnarmi di uno sguardo si dirige verso la pappiera.

Tornando a casa ripenso ad A. che magari incontrerò ancora al parco. Sono sicuro che Spitz farebbe i salti di gioia!

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