martedì 16 agosto 2011

La porta nel deserto


... Windhoek, Namibia, Africa... ci spostiamo verso l'Etosha National Park per il primo Game Drive per avvistare qualche animale... chilometri e chilometri di nulla, ma di quel nulla che ti riempie i polmoni di vita e i pulmini di sabbia... siamo un gruppo di italiani di avventure nel mondo e corre l'anno 2009.

All'improvviso un miraggio, in mezzo al deserto c'è un piccolo villaggio e una porta... una porta da calcio, anzi due... è un campo da calcio, mi sembra assurdo... di quelli veri... non sto nella pelle... di quelli belli, puri che hanno senso di esistere sempre... per capirci non uno di quei campi di merda laccati di sky, dove il calcio non è altro che un buisness stanco e privo di meraviglia.
Qui la meraviglia c'è... avevo già visto altri campi così in altre parti del mondo: in Madagascar ad esempio... un campo in cemento (probabilmente cemento armato) nel nulla di un'isolata cittadina e in Indonesia dove uno straordinario campo in erba sorgeva in un' abbandonata periferia dell'isola di Giava. Tante PORTE NEL DESERTO ognuna un sogno contro la fame, contro la noia, contro la fatica, contro la miseria.

I namibiani vengono tutti da un piccolo villaggio locale e spuntano fuori uno dietro l'altro come funghi... nel giro di poco tempo non so come si sparge la notizia anche negli altri villaggi e alla fine nel campo da gioco siamo tantissimi, veramente troppi per una partita normale... ma NON E' UNA PARTITA NORMALE è molto di più:

si corre su sassi appuntiti, ci sono anche i resti di qualche cespuglio, buche e dossi, non ci sono le linee, se la palla va fuori è comunque dentro ma se va troppo fuori so cazzi perché ci sono i leoni e i serpenti.
La terra sotto i piedi è rovente, loro corrono tranquilli a piedi nudi ognuno con la sua maglietta chi Ronaldo, chi Baggio, chi Raul, tutti regali di occidentali che sono passati di la e chissà che risultato hanno fatto...

è bellissimo, è stupendo, tutto è nella giusta dimensione, è vita e mi viene da piangere... e mi viene da piangere soprattutto se ripenso al mio lancio perfetto, millimetrico, visionario col quale involo mio fratello... dribbling, doppio dribbling, gol, corsa dietro la porta, tuffo in corsa sulle ginocchia e....................... CRACK ginocchio rotto!!! ahah è andata così davvero, d'altronde se il fisico non ce l'hai (è caro fratellonzo)... però gran goal!

La partita a livello calcistico non ha da dire molto, ma devo ammettere che è stata forse la gara più bella. Quel campo nel nulla, quella gioia che nasce dal niente, quei sorrisi in mezzo a tanta miseria, quel gettarsi su tutti i palloni senza poi neanche avere una fontanella e forse nemmeno l'acqua, mi fa sentire quei quaranta namibiani (perché alla fine il numero era questo) quanto mai più vicini a me quand'ero piccolo, anzi piccolissimo e se c'era un pallone non ci capivo più niente. Non è tutto Buisness, non è tutto Sky, Totti, Hilary, Del Piero, Uliveto, moviola, diritti, pay per view e tessera del tifoso... il calcio è da sempre per chi lo ama e per tutti quelli che ci giocano UNA PORTA NEL DESERTO!

Dennis Bertolini

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